Le holding sono società che hanno come scopo principale detenere quote di altre società, in una dinamica chiamata «madre-figlia». Questo tipo di impostazione aziendale possiede diversi vantaggi amministrativi, fiscali e patrimoniali. Sebbene la responsabilità principale della holding è quella della gestione del patrimonio, esistono diversi tipi di holding che permettono una partecipazione maggiore all’attività operativa:
Le holding pure o finanziarie solo controllano e finanziano le società figlie; le holding miste o industriali svolgono anch’esse operazioni industriali o commerciali, e le holding di investimento acquisiscono partecipazioni con l’unico scopo dell’investimento finanziario (capital gains). Allo stesso tempo, questi tipi principali di holding possono suddividersi in holding di famiglia (autoesplicativo), holding capogruppo (che esercitano un controllo dominante su tutte le società figlie), e holding gestorie (gestione di aziende interdipendenti tra di loro). Una holding può a sua volta controllare altre holding, chiamate appunto sub-holding.
Le holding possono costituirsi sotto diverse forme, ad esempio come società semplice, SRL e trust. La società semplice è preferibile per la sua gestione più flessibile e per il regime fiscale agevolato rispetto alle altre due, che sono soggetti a maggiori obblighi burocratici e costi. Ci sono quattro modi per stabilire una holding come società semplice:
Costituire la holding prima di avviare l’attività imprenditoriale è la soluzione più semplice ma rara nella pratica, poiché molte società esistono già al momento della creazione della holding. Come seconda opzione, si possono cedere le quote delle società operative alla nuova holding, ma questa soluzione presenta problemi come la necessità di liquidità e la valutazione corretta delle quote. La cessione può avvenire al valore nominale o al valore di mercato, con quest’ultimo soggetto a imposte sulle plusvalenze. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate può considerare la rivalutazione e cessione come operazione abusiva. Come terza via, il conferimento è di solito preferito e permette di sfruttare il conferimento a realizzo controllato (art. 177 TUIR). Tuttavia, la normativa attuale esclude le società semplici dal beneficio del realizzo controllato, costringendo a considerare il conferimento ex articolo 9 TUIR, con eventuale riscatto delle plusvalenze. Infine, la donazione, esclusiva della società semplice, stablisce un regime fiscale simile a quello di un privato. Comporta un’imposta di 8%, ma la base imponibile sarebbe il patrimonio contabile, non il valore di mercato.
In general, tra i vantaggi delle holding abbiamo inanzitutto l’aspetto patrimoniale, visto che gli asset della holding vengono separati dal rischio aziendale delle società operative, protegendo il patrimonio da creditori e permettendo un miglior passaggio generazionale. Fiscalmente, la holding permette una tassazione agevolata su dividendi e plusvalenze (Participation excemption), e inoltre permette i finanziamenti infragruppo e l’IVA di gruppo, o consolidato fiscale.
Infine, le holding presentano importanti svantaggi che non devono prendersi alla leggera. Inanzitutto, la gestione di diverse società contemporaneamente implica una complessità strutturale e gestionale importante. Poi, le spese amministrative e di gestione sono di solito abbastanza elevate. Infine, ci possono essere conflitti di interessi tra la società madre e le società figlie, il famoso problema principale-agente.
Valutando questi vantaggi e svantaggi, rimane a risponsabilità dell’imprenditore decidere se una holding comporta la scelta più adatta ai propri interessi.
Autore: Luis Cabezas
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